Il commento alle Regionali. Ceccardi inadatta, Lega senza classe dirigente: ma il centrosinistra deve cambiare
NewTuscia – Toscana: “Bisogna saper perdere /non sempre si può vincere”, diceva un motivetto musicale di qualche anno fa. Se dovessimo adattare questo adagio alla corsa elettorale di Susanna Ceccardi dovremmo dire che “bisogna saper partecipare, non sempre si può perdere”. Perché, a ben vedere, il problema a queste elezioni regionali, come era accaduto in Emilia Romagna, è dato da un fatto incontestabile: la candidata scelta dalla Lega non piaceva, non solo agli avversari, ma anche a molti tra coloro che della ex sindaco di Cascina sarebbero dovuto essere alleati.
Dalla Borgonzoni in Emilia si dice in fretta: era un personaggio politicamente debole, senza alcun tipo di spessore politico, a cui è stata cucita addosso una campagna elettorale piena di demenziali tafazzismi (come Salvini che va a citofonare ad un tunisino per chiedergli se spacciasse). Regione persa e tanti saluti. Ma alla Lega non è bastato proporre un candidato debole in Emilia e perdere la regione, in Toscana ha fatto peggio. Come? Scegliendo di presentarsi con una candidata che 1) annuncia tutta tranquilla che in caso di sconfitta se ne torna a Bruxelles. 2) Ha tolto dal proprio ufficio, mentre era sindaco di Cascina, la foto di Mattarella perché ‘in disaccordo’ 3) ha assunto posizioni quantomeno controverse su matrimoni gay e sanità meridionale. La Lega, invece che una figura moderata, garbata, che guardasse con attenzione un bacino elettorale non proprio, ha deciso di schierare una personalità ostile, arroccata sulle proprie posizioni, barricadera ed oltranzista. Candidare Susanna Ceccardi alle regionali in Toscana è come se un pastore affidasse ad una tigre il proprio gregge di pecore. Stupido.
Ci sono solamente due motivi per cui possa essere stato fatto un simile errore: la volontà del partito di non vincere le elezioni, perché tutti sanno che fare opposizione è molto più facile governare, oppure, ed è l’ipotesi che chi scrive tende a quotare di più, una assoluta mancanza di classe dirigente all’interno della stessa Lega. Lega che, è bene ricordarlo, ha voluto mostrare i muscoli agli avversari imponendo una candidata ritenuta forte, sbagliando clamorosamente.
Chiaro è che, se la politica fosse una cosa seria, chi ha voluto Susanna Ceccardi come candidata del centrodestra alla guida della Regione Toscana dovrebbe, come minimo, dimettersi e sparire dai radar per un paio di settimane. Ma il problema, come accenna mo nelle righe precedenti, è ancora più grande: alla Lega manca quasi totalmente una classe dirigente che possa essere spendibile come tale.
Il risultato? È presto detto: il partito di Matteo Salvini, a livello toscano, è guidato da una pletora di pretoriani provenienti da svariate parti d’Italia che non solo non conoscono il territorio, ma non hanno alcun tipo di acume politico. Ed il risultato, al di là di figure barbine fatte per mancanza di visione dello stare al mondo, lo si vede quando, in piena campagna elettorale, i candidati sono più preoccupati a farsi campagna gli uni contro gli altri che uniti contro l’avversario da battere.
In tutto questo è bene intendersi: anche il Gatto Mammone avrebbe vinto contro Susanna Ceccardi, quindi è bene che il centrosinistra non pensi di poter dormire sonni tranquilli: se il nuovo che avanza è un sessantenne in politica da ottant’anni una questione di merito dovrà, prima o poi, essere posta. Perché il rischio di trovarsi a parti invertite, senza una classe dirigente valida e presentabile, senza idee, senza la capacità di recepire le istanze delle nuove generazioni, è, fatalmente, sempre più forte.