Covid-19, Venezia allagata, il Morandi ricostruito: un anno di Conte II
NewTuscia – Toscana (PISTOIA): Una pandemia mondiale, un ponte inaugurato dopo due anni dal disastroso crollo, una cooperante strappata dalle mani dei terroristi senza pagare alcun riscatto, i dibattiti su giustizia e scarcerazione, la scissione del PD con Matteo Renzi che sceglie di fondare Italia Viva, le dimissioni di un Ministro il giorno di Natale: ha compiuto un anno da poche ore il primo Governo giallo-rosso della storia d’Italia, il Conte II. Un anno intenso, pieno di avvenimenti tragici, di sfide e di un COMUNE sentimento di voglia di ripartenza che prende tutto il Paese.

Tutto comincia nell’agosto del 2019, quando Matteo Salvini decide di sfiduciare in Parlamento Giuseppe Conte. Il Governo giallo-verde si scioglie al sole, più fragile di un amore balneare. Il premier prima massacra il suo Ministro dell’Interno in Parlamento, poi va a dimettersi. Dopo due settimane Giuseppe Conte tornerà al Quirinale: c’è una nuova maggioranza. Il giallo resta, ma il verde diventa rosso.
Mancherebbe il bianco, per formare il tricolore. E il bianco, accompagnato da un rosa stinto graficamente rivedibile, arriva due settimane dopo, con Matteo Renzi che fonda Italia Viva. Un modo, pensa il senatore di Rignano, per contare di più al tavolo delle trattative di Governo. Niente di più erraro: Italia Viva passerà tempo a giocare a braccio di ferro con ogni singola forza politica della maggioranza, perdendoli tutti.
Ottobre e Novembre passano in fretta: il M5S festeggia l’approvazione in Parlamento di una riforma costituzionale sul taglio dei Parlamentari, riforma che dovrà essere soggetta a referendum, come ben si sa. Venezia sprofonda nel fango lagunare, per colpa di un macchinario costato milioni su milioni di euro che nessuno sa attivare. Poi c’è la legge di bilancio, si discute sul Mes e, la notte del 24 dicembre, alle ore 4.44 del mattino, quella che un tempo si chiamava manovra finanziaria vede finalmente la luce. Il Governo è riuscito a trovare oltre venti miliardi per evitare l’aumento dell’Iva, un opzione che sarebbe potuta divenire realtà viste le tempistiche e le modalità con cui era stata fatta terminare l’esperienza del Conte I.
Ma Giuseppe Conte non ha tempo di esultare e riprendere fiato: il giorno di Natale arriva sulla scrivania del Presidente del Consiglio una lettera di dimissioni. È firmata dal ministro all’istruzione Lorenzo Fioramonti. Egli, che voleva più soldi per il suo ministero, non avendo ottenuto quanto richiesto, soldi che sarebbero per intero nell’investimento sulla scuola, sceglie di fare qualcosa di inconsueto: si dimette e sparisce dallo scenario politico italiano. Al suo posto arrivano due new entry: Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi: la prima all’istruzione, il secondo con delega all’università ed alla ricerca.
A Gennaio, dopo che il mondo è stato sull’orlo della terza guerra mondiale, una mattina dalla Cina arriva la notizia per cui intere città sono in quarantena per colpa di un virus potenzialmente letale. Virus che, in circa dieci giorni, arriva in Italia. Il resto della storia lo conosciamo bene: le attività didattiche vengono sospese il 4 marzo, esattamente dopo due anni da quel fatidico giorno in cui il Paese, nel 2018, votó per le politiche. Poi furono istituite zone rosse e una notte, verso le tre, toccó ancora a Giuseppe Conte apparire in televisione per annunciare qualcosa di inimmaginabile fino a due settimane prima: lockdown totale.
Iniziano i tre mesi più difficili che la nostra generazione e quella precedente abbiano mai vissuto. Il numero di morti sale a dismisura ed i reparti di terapia intensiva nel Paese rischiano il collasso. Si cercano misure economiche che non è facile trovare: bisogna mediare con l’Europa, dopo aver coinvolto i partiti politici nostrani. Che però non vogliono essere coinvolti. Non solo: dicono che Il Governo ha attivato il Mes. Succedono due cose.
La prima: arriva la famosa conferenza stampa del “faccio nomi e cognomi: Matteo Salvini e Giorgia Meloni”, con il Presidente del Consiglio che sottolinea come “questo Governo non lavora con il favore delle tenebre”. La popolarità di Conte schizza alle stelle, raggiungendo vette inimmaginabili per un politico, pericolosamente vicino alla ‘soglia dell’eroe’. E, in questo clima, passata una stranissima Pasqua, passate immagini terribili negli occhi del Paese, si arriva a Maggio.
Piano piano si può uscire di nuovo. Ad inizio mese una bellissima notizia: una cooperante italiana rapita dai terroristi viene liberata “senza che sia stato pagato alcun riscatto” dirà il Ministro degli Esteri: è Silvia Romano, nel frattempo diventata Aisha e convertitasi all’Islam, tornata sana e salva nel nostro Paese per scoprire che, in fondo, “ne usciremo migliori” andava bene per le canzoni e le pubblicità in TV. Il Governo ha bisogno di tastare con mano il Paese reale: un Paese stremato che, però, torna a circolare, a socializzare, a vivere: e così, dopo un due Giugno fuori dal comune (celeberrima l’immagine di Giuseppe Conte e Sergio Mattarella all’altare della Patria) viene organizzata una conferenza a Villa Pamphili, dove si ascoltano le istanze di tutto il Paese. Realtà sociali, civili, sindacati, associazioni, corporazioni. Il Governo vuole ascoltare tutti: come a stringere la mano (o a dare di gomito) a tutti coloro che, per tre mesi, sono stati costretti a rinunciare alla propria vita.
Siamo ormai all’inizio dell’estate. I contagi ci sono, ma si ricomincia a vivere. Le frontiere riaprono, le spiagge sono esattamente come le abbiamo sempre viste, senza che nessuno metta alcun tipo di plexiglas, come era stato paventato. E, mentre gli studenti della maturità tornano a scuola per il loro ultimo giorno di sempre, il Paese si rimette in moto, lasciando dietro di sé sofferenza umana ed economica. Il Governo va in Europa: per venti giorni si cerca di contrattare con i paesi frugali.
Giuseppe Conte voleva il recovery found e lo ottiene. Come? Facendo quello per cui l’Europa è nata: grazie all’iniziativa italiana viene approvato un documento, proposto da otto Paesi con il nostro come capofila, in cui si afferma un trattamento economico vantaggioso per coloro che hanno avuto più difficoltà a causa del Covid. Una importante battaglia è vinta. L’estate passa veloce: Conte va a Genova ad inaugurare il ponte Morandi, meno di due anni dopo dal disastroso crollo. Poi di nuovo a lavoro: c’è da partorire le nuove linee guida per il rientro delle classi a scuola, a settembre, perché il primo le scuole riaprono. Inizia un nuovo anno: di scuola per alcuni, di Governo per Conte ed i suoi ministri.