Salvini e Ceccardi in Piazza Duomo tra folla, selfie e qualche contestazione

‎Il cielo è azzurro, è caldo, ma nessuno sembra sentirlo. Le persone si accalcano sotto il palco, costruito per l’occasione sfruttando il rialzo naturale degli scalini di pietra. Dalle 14.30 la piazza va riempiendosi, sempre di più, sempre di più. Due gazebo sono montati nel centro, la gente gira intorno, chiede informazioni. I candidati alle elezioni regionali in quota Lega ci sono tutti. C’è tutto il popolo leghista, tra fiducia nel suo leader e speranza di vittoria alla prossima contesa elettorale: “non sarà facile – ammette un militante – ma il clima è indubbiamente positivo”.

Matteo Salvini si fa attendere: è la legge non scritta delle campagne elettorale, gli orari di convocazione delle manifestazioni sono puramente indicativi. Eppure più il tempo passa, più la piazza si riempie, più l’attesa cresce. Spuntano anche pochi, sparuti, contestatori: un cartello, qualche parola di troppo, uno scambio acceso tra chi contesta e chi manifesta. Ma gli animi restano tutto sommato tranquilli. Alle 15. 38 la piazza applaude: un applauso forte e corale: Susanna Ceccardi e Matteo Salvini sono arrivati.
Il leader della Lega e la candidata alla Presidenza della regione Toscana faticano a raggiungere il palco. Spunta un’altra contestatrice, che tiene in mano un pesciolino avvolto nella bandiera della pace. Poi qualcun altro ancora, con cartelli di protesta. Ma sono tenuti a distanza dal servizio di sicurezza e la piazza non si cura di loro: le attenzioni, gli sguardi, i pensieri sono tutti rivolti verso il palco, dove, insieme ai candidati, insieme a Susanna Ceccardi, prende posto Matteo Salvini.
La piazza applaude prima ancora che il leader prenda la parola. “Siamo gli unici ad occuparsi dei vivaisti pistoiesi. Il voto pistoiese non sarà di pancia ma ragionato” dice Salvini. Salvini che poi attacca la Azzolina “si deve dimettere, siamo passati da Spadolini alla Azzolina” e la Bellanova che “prima degli agritoltori e dei vivaisti si è occupata di regolarizzare i clandestini”. Applausi dalla piazza. “La difesa è sempre legittima – sostiene Salvini – ho cambiato il mio calendario per poter andare a trovare un uomo, ad Arezzo, che dopo trentanove rapine ha reagito ed è da anni che è sotto processo per omicidio. Se entri in casa mia la difesa è sempre legittima”. Applausi scroscianti.
Salvini chiede un applauso per la Ceccardi, poi conclude: “Non ho problemi personalmente con nessuno, nemmeno con qualche prete amico dei clandestini (la piazza applaude forte) e ringrazio la polizia di stato che stamane ha fatto degli arresti per traffico di essere umani. Io vado a processo sabato tre ottobre per aver impedito il traffico di esseri umani. Vado a processo per sequestro di persona aggravato e reiterato. Mi viene rimproverato di aver mantenuto una promessa: vi avevo detto che se mi votavate avrei bloccato gli sbarchi. Mi avete votato e ho bloccato gli sbarchi”. La piazza continua a battere le mani, convinta. E il frastuono si alza, roboante, coprendo quei pochi contestatori che, lateralmente, cercano di farsi sentire, senza successo”.
“La cosa incredibile – ha poi detto Salvini – è che per la prima volta dopo cinquant’anni la partita è aperta. È aperta e la sinistra non lo ha capito, tant’è che ha candidato una brava persona, gentile, ma che è in politica da cinquant’anni senza realizzare niente di quello promesso”. Salvini chiude parlando del suo processo: “Mi dichiareró colpevole di aver difeso i confini del mio Paese”. Poi saluta: “Grazie Pistoia. Buon voto, buon voto libero”. Salvini si fa da parte, parte ‘Notti Magiche’. Chissà perché.
Prende il microfono Susanna Ceccardi. Saluta i candidati, saluta il sindaco Alessandro Tomasi “in ufficio a telefonare alla regione senza ricevere risposta”. Ceccardi sottolinea come “bisogna assolutamente ricreare un rapporto con i sindaci dei territori. Se verrò eletta io la prima telefonata che farò la faró ad un sindaco, poi ad un altro sindaco, poi un altro ancora. Vogliamo portare un cambiamento alla popolazione”. Una ragazza sembra sentirsi male vicino al palco. Sotto il sole da un’ora è mezza, in questo settenbre che sembra, ancora, una appendice di agosto. Tutto sembra risolversi: semplice calo di pressione. Il comizio riprende.

Si riprende e Ceccardi parla di sanità: “Il costo non è diminuito e ci sono stati molti tagli. Dobbiamo tornare indietro su questo. Che fine hanno fatto i sette milioni di euro che Rossi ha pagato senza che mai sono arrivati? Che fine hanno fatto i soldi per le mascherine? Credo che un amministratore regionale debba prendersi le proprie responsabilità”. Ceccardi si ferma per riprendere fiato, i contestatori, nel frattempo cresciuti di numero, ne approfittano per farsi sentire: parte ‘bella ciao’ e qualche ‘buffona’ ad indirizzo di Ceccardi, che li ignora e prosegue nel suo intervento mentre, in sottofondo, partono due cori: ‘buffona’ e ‘siamo tutti antifascisti’. Ceccardi conclude: “questo è un voto di libertà. Un voto per chi sogna una Toscana libera”. Ceccardi, Salvini ed i candidati lasciano il palco. I contestatori, una quarantina proseguono la loro protesta per qualche altro minuto. Poi la folla va disperdendosi senza incidenti.

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