Conte, la conferenza stampa di fine anno
NewTuscia Toscana – Il Presidente Conte si presenta all’ultima conferenza stampa dell’anno davanti ai giornalisti per rispondere ai quesiti principali degli ultimi giorni.
In particolare il Premier si è soffermato più lungamente sulle questioni più calde, come gli attriti all’interno della maggioranza e la campagna vaccinale appena iniziata.
Riguardo la tenuta del governo ha dichiarato: “Se verrà la meno fiducia di una forza di maggioranza, andrò in Parlamento dove ognuno si prenderà la sua responsabilità” – aggiungendo – “credo nel confronto e nella forza di sintesi superiore che può scaturire dal dialogo”.
Il Premier si è comunque dimostrato sicuro delle proprie posizioni sul Recovery Plan, nonostante le critiche provenienti soprattutto da Italia Viva, e ha sottolineato come in questa fase sia quindi fondamentale “accelerare” i tempi della verifica di maggioranza per giungere in Parlamento con proposte chiare il prima possibile.
A chi venitalva ipotesi di caduta del governo e di eventuali rimpasti politici, il Presidente ha dichiarato: “Noi stiamo lavorando al futuro del Paese, non potrei distogliermi da questi impegni per dedicarmi ad una campagna elettorale. Non riesco assolutamente a considerarla”.
Per quanto concerne la campagna di vaccinazione il Premier ha ribadito una volta di più l’assenza dell’obbligatorietà, annunciando però che sono allo studioso delle certificazioni che facilitino la mobilità per coloro che si sottoporranno al vaccino. Conte ha poi ricordato: “Quando inizieremo ad avere un impatto significativo potremo dire di aver terminato la fase uno, ma non credo accadrà prima di aprile”.
Nella seconda parte della conferenza stampa trovano spazio anche la scuola e l’economia.
Riguardo alla scuola, il premier auspica “un ritorno in classe dal 7 gennaio delle scuole secondarie di secondo grado con una didattica in presenza di almeno al 50%”, ma sempre ricordando una necessaria “flessibilità e responsabilità” nelle scelte, evitando di mettere a rischio il settore scolastico. Proprio per questo motivo, aggiunge Conte: “Abbiamo coinvolto i prefetti per un lavoro di sintesi. Le prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola”.
Sulle considerazioni economiche e relative al mercato del lavoro il premier si è detto preoccupato dalla fine del blocco ai licenziamenti previsto per marzo.
“Abbiamo costruito una cintura di protezione sociale che più o meno sta funzionando, ha scongiurato il licenziamento per 600mila persone” – ha dichiarato – “Ma dobbiamo lavorare alla riforma e riordino degli ammortizzatori sociali e rendere più incisive le politiche attive del lavoro.”
In chiusura, a chi gli chiede cosa prevede per i mesi estivi e se lo stato di emergenza durerà ancora a lungo, il premier risponde: “Prorogheremo lo stato di emergenza fin quando sarà necessario. Questo non significa che facciamo saltare l’assetto costituzionale. Questo evento è imprevedibile, mutevole, che si dipana continuamente. Dovremo accompagnarlo con la proroga dello stato di emergenza”.
Riguardo il futuro prossimo e la gestione degli spostamenti, Conte conferma la suddivisione in zone gialle, arancioni e rosse al fine di monitorare al meglio l’andamento del virus anche nel prossimo futuro, rimandando comunque ogni tipo di considerazione specifica ai dati e alle valutazioni future degli esperti.