Crisi di Governo, verso il Conte-ter

NewTuscia Toscana – Nella giornata di domani il Premier Giuseppe Conte dovrebbe recarsi al Quirinale per rassegnare le proprie dimissioni. Dal ritiro dei ministri di Italia Viva, ormai dodici giorni fa, sembra essere sfumata definitivamente l’opportunità mai veramente solida, di continuare l’esperienza di questo governo con l’ausilio dei famosi “responsabili”. Non vi erano i presupposti per una sostituzione di Iv con l’Udc di Lorenzo Cesa per una maggioranza stabile, ed insuperabile è stato il veto di Conte stesso, oltre che del M5S di tornare a dialogare in modo costruttivo con il partito di Matteo Renzi. Adesso quindi si prospetta la scelta obbligata – escludendo temporaneamente le elezioni invocate a gran voce dalla destra sovranista – del governo di unità nazionale, che di fatto potrebbe concretizzarsi un Conte-ter appoggiato dalle parti più centriste della destra che si sentano di aderire al progetto “europeista, socialista e popolare”.

Ma i tempi sono strettissimi: Conte dovrà formare la nuova maggioranza prima della relazione in Parlamento del Ministro Bonafede, che al momento rischia seriamente di essere respinta e di far cadere il governo in Parlamento vista la mancanza dei voti. Per questo motivo si sono susseguiti importanti appelli da parte dei leader dei partiti dell’attuale maggioranza ad un atto di responsabilità e coesione in vista del nuovo progetto: « Chi vuole sostenere il premier si faccia avanti. Abbiamo 48 ore. O c’è una maggioranza o si va al voto» – questo l’aut aut di Luigi Di Maio.

E Matteo Renzi? il leader di Iv è a questo punto costretto a scegliere se appoggiare una futura nuova maggioranza o meno, consapevole del fatto che senza alternative dal centrodestra il suo apporto potrebbe nuovamente risultare decisivo. Intanto anche Silvio Berlusconi però, esprimendosi sulla crisi, ammette la preferenza di Forza Italia per un governo di unità nazionale: sarebbe necessario “un nuovo governo che rappresenti l’unità sostanziale del Paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani”.

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