Petrocchi, ragazza positiva: caos tra mancati avvisi alle famiglie e DAD inesistente

NewTuscia – Toscana (PISTOIA): La notizia arrivò già nella giornata di giovedì: una ragazza del Liceo Artistico Petrocchi era stata trovata positiva al Covid-19. La studentessa aveva frequentato le lezioni solamente nel giorno del 14 settembre, le sue condizioni di salute sono buone, essendo lei asintomatica. Tuttavia, come da protocollo, sono state seguite le procedure che, in questi casi, di concerto con il Ministero della Salute e quello dell’istruzione, vengono adottate. E i problemi non sono mancati.

La classe in questione è a casa da venerdì. Tutta. Poiché, in una situazione del genere, quando si è stati a contatto con qualcuno che si rivela essere positivi, gli studenti, per essere riammessi alle lezioni, debbono sottoporsi a tampone. Tampone che, però, viene eseguito in ordine sparso: tra il fatto che i medici curanti, prima di richiederlo, aspettano la segnalazione della ASL, il fatto che taluni possono scegliere se effettuarlo privatamente, il fatto che i tempi di attesa sono differenti da persona a persona, le tempistiche sono differenti da caso a caso. Ma questo è il meno.

Almeno una famiglia non é stata avvisata di quanto sta succedendo. Né dalla scuola, nè dalla ASL, né da nessuno” raccontano i genitori. Genitori che spiegano di aver appreso la situazione solamente da altri genitori, tramite gruppi wathsapp e conoscenze personali. “Io – racconta un padre – sono stato contattato dalla ASL. Su loro indicazione, dopo che mi è stato detto di tenere il ragazzo isolato, mi sono rivolto al medico curante di mio figlio che, in diretta telefonica, mi ha richiesto il tempone. Su indicazione del medico mi sono rivolto alla ASL Toscana Centro che, dopo un’ora di attesa, mi risponde per sapere quali sono state le precauzioni usate da me” L’ASL Toscana Centro mi da email e telefono dell’ASL di Pistoia, con il numero di telefono che non era dell’ufficio che si occupa di queste casistiche. L’ufficio che si occupa di queste cose è l’ufficio vaccini, disponibile telefonicamente da mezzogiorno all’una, dal lunedì al venerdì”.

” Visto che non riuscivo a contattare la struttura – continua il racconto del genitore – ho deciso di andare di persona a comprendere quale fosse la corretta procedura da seguire. Adesso aspettiamo il tampone, a cui mio figlio non è ancora stato sottoposto. Ci è semplicemente stato detto di avere pazienza, che fanno ottanta tamponi al giorno e che non possono fare di piu”. E, se era lecito aspettarsi che entro la nuova settimana dalla ASL vi fossero riscontri, ciò, invece, non è avvenuto: “Sto chiamando a più riprese la ASL, ormai da giorni – racconta lo stesso genitore – ma niente, non mi richiama nessuno, nonostante sessantuno telefonate continuo a non ricevere risposta”.

Altra problematica è data dall’ inadeguatezza della didattica a distanza. Nonostante la preside, prima dell’inizio dell’anno scolastico, sottolineasse come il suo istituto avrebbe investito su tale modalità, oggi, per la classe in questione, la Dad non esiste: “Riceviamo – raccontano i genitori – risposte dai professori i quali loro in primis ci dicono di non sapere come muoversi. Ci dicono che sono dispiaciuti ma che non possono fare niente, aspettano decisioni della dirigente”. Decisioni che al momento non arrivano.

Giovedì una ragazza del Petrocchi è stata trovata positiva al Covid. La classe è a casa, da tre giorni, in attesa del tampone, senza didattica a distanza. Un caso da prendere come esempio di ciò che non sarebbe dovuto accadere con la riapertura degli istituti scolastici

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