Le opposizioni contro Bartolomei: “Gravi le sue affermazioni sui dipendenti pubblici”. E lui: “Travisate le mie parole”

NewTuscia Toscana (PISTOIA) E’ lo smart working ad accendere il dibattito politico del consiglio comunale di Pistoia, tenutosi da remoto nel pomeriggio odierno. In particolare ad essere messe sotto la lente di ingrandimento sono state alcune dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi a mezzo social dall’assessore ai lavori pubblici, Alessio Bartolomei. “La Cgil ha evidenziato come, attraverso un post che poi ho ricondotto alla sua persona, l’assessore Bartolomei abbia compiuto affermazioni forti e discutibili – ha spiegato il consigliere e capogruppo del Partito Democratico, Walter Tripi – a proposito dei dipendenti pubblici e dello smart working, Ci sono tre possibilità. Anche i dipendenti del comune di Pistoia sono dipendenti pubblici: Bartolomei pensa che non lavorino abbastanza? Lo dica ed intervenga”.

Ma cosa aveva scritto precisamente Bartolomei: ecco il testo integrale: “Terzo Dpcm in 10 giorni: manca – scriveva l’assessore ai lavori pubblici di Pistoia – ancora quel gesto indispensabile e necessario di generosità tra chi sta a casa a stipendio pieno, accumulando risparmi, e chi, quando sta a casa, muore di fame. Un Governo che vuole un paese unito deve perseguire una soluzione unitaria in equità e in solidarietà. Se il problema sanitario è di tutti e per risolverlo occorrono sacrifici economici anche questi devono ricadere su tutti. Altrimenti non stupiamoci di chi si rivolta”.

Si è così aperto un dibattito sulla questione. Ha preso la parola la consigliere Nuti (Pistoia Spirito Libero): “Coloro che lavorano in smart working – ha detto – sono tutte persone che hanno sofferto il fatto di dover cessare un’attività che era servizio della cittadinanza e doversi completamente reinventare. E’ stato fatto cercando di fare il meglio non per se ma per gli altri. Questo è un punto che va valorizzato. Il dipendente pubblico, se valorizzato, è un grande volano di energia per la stessa struttura e per i cittadini. Non credo che quelle dichiarazioni siano meritevoli nè verso i dipendenti del comune nè verso i dipendenti pubblici che cercano sicuramente di dare il meglio”.

“Questa ulteriore uscita dell’assessore Bartolomei – ha spiegato il consigliere e capogruppo del M5S, Maglione – è impropria. Vorrei ricordare che questo voler contrapporre le categorie non aiuta a fatto. E si denota da queste parole anche una ignoranza, visto che tra i dipendenti pubblici ci sono i sanitari. Vogliamo ridurre gli stipendi dei sanitari? Vogliamo penalizzare le forze dell’ordine? O potremmo tagliarli ai nostri militari, visto che stanno nelle caserme senza andare in guerra, che dice assessore? Sottolineata la poco condivisibile ratio di questa uscita, che non so quale e quanto tempo tolgono al suo lavoro, io vorrei che il nostro assessore si occupasse delle questioni del Comune di Pistoia. Credo che potrebbe occupare il tempo di questi post per vedere se i progetti che giacciono nei cassetti vengono mandati avanti. Inoltre riguardo lo smart working: molte aziende private hanno scoperto vantaggi con questo format. Bisogna stare sul pezzo e non su facebook. Inoltre, pur ringraziandolo, oltre al sindacato mi piacerebbe sentire il sindaco”.

“Credo – ha argomentato il consigliere e capogruppo di Pistoia In Azione, Vespignani – che sia un altro di quei post di pancia a cui ci ha abituato l’assessore Bartolomei, che spesso vuole dare carne agli affamati e lo fa consapevolmente. Vorrei fare un’altra riflessione: questo post mette alla luce due questioni,. Il primo dato oggettivo è che il nostro Paese si è trovato completamente impreparato di fronte a questa nuova prospettiva. E’ una rivoluzione culturale che ha fatto si, che tutti colmassero, al più presto, le proprie lacune in breve tempo. Io credo inoltre che tutti noi che ci siamo trovati ad interfacciarsi con i vari uffici abbiamo riscontrato come gli sportelli ci parlino rallentamenti. Essere in smartworking ci porta a dover raggiungere risultati effettivi? Certo non deve essere uno strumento per allungare i tempi di risposta. Sottolineo infine che si continuano a mettere contro vari categorie di lavoro tra di loro.”.

“Fatto salvo – ha osservato la consigliere Cotti (Pd) che è legittimo per ciascuno di noi fare e scrivere dei post critici verso Governo e Regione, qui la legittimità cozza con l’opportunità. Bartolomei se la prende con i dipendenti pubblici compiendo affermazioni gravi, poiché ledono la dignità del lavoro, e probabilmente la prospettiva è sbagliata. Il lavoro in sé a volte è più produttivo e vantaggioso per la singola amministrazione. Chiedo all’assessore se egli conosca dipendenti del Comune di Pistoia non bravi a svolgere questo tipo di lavoro. Lui potrebbe intervenire”.

Dalla maggioranza è Mazzeo (Lega) ad attaccare le opposizioni, in particolare Tripi “L’onestà intellettuale è difficile da applicare nell’attualità politica. La sinistra vuole nascondere una realtà evidente, così evidente che anche un bambino piccolo riuscirebbe a vederlo. Non si può assolutamente accettare che ci siano uffici chiusi. Con un pubblico in difficoltà , qualcuno deve lavorare da casa garantendosi uno stipendio pieno che, oggi, è difficile per tutti avere? Tutto il Paese deve essere sul fronte ed in prima linea, altrimenti ci rimettono le penne solamente alcuni”.

E’ infine intervenuto il diretto interessato, l’assessore Bartolomei: “Vorrei tornare alla realtà delle cose. Si parla di quello che ho scritto io o di quello che qualcuno ha interpretato in quello che ho scritto? Io, per riportare il ragionamento a quello che è, vorrei rileggere il post che ho fatto”. Bartolomei, dopo aver letto nell’aula virtuale quanto abbiamo riportato sopra, ha spiegato come “questo post non ha un contenuto critico, mi sembra evidente. La pandemia sta creando veramente un disagio ed una frattura importante tra una parte di popolazione che gode di determinati diritti e chi questi diritti non ne ha. Io non sto parlando di smart working. Poi certo, è interessante aprire una discussione. Io capisco l’emergenza, questo passo doveva essere fatto necessariamente. Occorre tuttavia un rapporto più stretto tra le parti sociali, ma io non stavo parlando di smart working”.

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