Covid, associazione Palomar: qual è la reale situazione di Pistoia?

NewTuscia Toscana – PISTOIA – L’associazione Palomar si unisce al coro di quanti chiedono un chiarimento sulla situazione dei contagi nel pistoiese, specie dopo gli importanti e gravi rilievi riportati dal Cnr, nei giorni scorsi. Di seguito il comunicato.

Leggiamo con piacere i comunicati rassicuranti della USL, del Sindaco di Pistoia, di alcuni consiglieri regionali. Tutti si affannano a dire che siamo in una situazione del tutto sotto controllo, ma dimenticano il banale, minimo richiamo al fatto che il controllo del contagio si realizza prima di tutto con comportamenti individuali corretti: mascherina, distanziamento, lavaggio delle mani. Anzi, si affida la soluzione a “VACCINI E RISTORI”, cioè a quanto devono fare “altri”, continuando nell’azione di deresponsabilizzazione individuale e collettiva.

Bene, stiamo ai fatti. Ai numeri nudi e crudi, non alle “interpretazioni” più o meno di comodo.

La USL si dilunga sul dato della “incidenza cumulata”, per dire che la Provincia di Pistoia, su questo parametro, è la terza in Toscana.

E’ bene sapere che questo dato valuta l’incidenza dei casi in un territorio DALL’INIZIO DELL’EPIDEMIA (MARZO 2020) AD OGGI.

Perciò è un parametro assolutamente inutile, anzi del tutto fuorviante, per avere indicazione “di tendenza” nel breve periodo.

Allora vediamo i dati dell’ultimo mese, da metà gennaio al 12 febbraio, visto che per la settimana attualmente in conclusione i dati non sono ancora disponibili. L’incidenza si valuta in numero di casi alla settimana per 100000 abitanti, in modo da avere un dato sempre confrontabile per qualsiasi territorio e per qualsiasi periodo, smorzando gli effetti delle variazioni quotidiane. Le fonti dei dati che riportiamo sono la Protezione civile nazionale e la Regione Toscana, cioè fonti pubbliche.

Regione Toscana: dal 15 gennaio al 12 febbraio la crescita del dato di incidenza è in crescita costante, e passa da circa 75 casi a circa 125 (casi/settimana per 100000 abitanti).

Provincia di Pistoia: settimana 8-14 gennaio, circa 50 casi; crescita con incremento costante fino alla settimana 5-11 febbraio, 198 casi, cioè un incremento di quattro volte in quattro settimane.

Zona Pistoiese, settimana 5-11 febbraio: 235 casi, il doppio della media regionale. Da questi dati è evidente che esiste un “caso Pistoia”. Come si intende gestirlo?

Dopo un anno di pandemia, di provvedimenti di contenimento, di chiusure parziali o totali, le persone (e le attività economiche) sono sicuramente esauste. Le istituzioni hanno però il dovere di dare rassicurazioni fondate su dati e fatti reali, non nascondendo la realtà dei fatti, quasi che il cittadino sia un bimbo incosciente che “non può capire” quindi è bene che non sappia. La trasparenza è un pre-requisito di democrazia. Perciò: il Servizio Sanitario Regionale si impegni per assicurare un tracciamento efficace e tempestivo, per circoscrivere rapidamente i contagi, educare a comportamenti corretti, attivare una campagna di vaccinazione efficace, rapida, diffusa, facilmente accessibile.

Le amministrazioni locali si impegnino nell’opera di educazione sui corretti comportamenti individuali e collettivi, e svolgano un’efficace azione di controllo e di contrasto, in tutti quei casi in cui questo è necessario: controlli diffusi, non solo sugli esercizi fuori dal centro storico pistoiese (chissà perché?), gestione deglia assembramenti e di tutte le situazioni critiche locali.

E’ bene capire che quando la situazione peggiora, questo non avviene

per maledizione divina ma per azioni od omissioni di qualcuno: di noit tuttie di chi ci amministra.

Si esce da questa situazione con azioni tempestive, concrete, conr responsabilità Non fingendo che i problemi non esistono.

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